Il gruppo di Vangelo guidato dal diacono Stefano ha elaborato una Parafrasi Padre Nostro e come comunità parrocchiale la vogliamo condividere con voi affinché sia letta e meditata come preghiera personale
Gruppo Vangelo: Anna e Mario, Carolina, Giulia e Paolo, Giuliana, Stefano.
Parafrasi del Padre Nostro (Mt 6, 9-13) secondo le riflessioni emerse dagli incontri del 7 e 21 febbraio 2023.
Padre nostro che sei nei cieli:
-Padre nostro, di tutti gli uomini, Tu che sei l’Altissimo, ma hai voluto annullare l’immensa distanza facendoti chiamare Abbà, papà.
Sia santificato il tuo nome:
-Aiutaci a fare esperienza della tua santità e a vivere in modo da renderla visibile.
Venga il tuo regno:
-Fa’ che il tuo regno di amore e di servizio si realizzi nel cuore degli uomini e nel concreto della nostra vita.
Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra:
-Fa’ che io, che noi riusciamo a vedere il grande disegno di bene e di amore che tu hai voluto per la nostra vita. Noi ci fidiamo di te che hai a cuore la nostra felicità.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano:
-Dacci quello che ci è necessario per vivere giorno per giorno: il pane materiale e quello spirituale (NOTA 1), per avere la forza di avanzare nel difficile cammino della vita.
Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori:
-Continua a darci il tuo perdono, perché solo facendo esperienza di questo tuo dono senza limiti noi potremo, a nostra volta, perdonare.
Non farci entrare nella prova Non abbandonarci alla tentazione (Non ci indurre in tentazione):
-Di quale prova si tratta? È la grande prova, la sola che deve farci veramente paura: la prova del dubbio, della sfiducia, dello sconforto, dello scetticismo, del prevalere della zona oscura che è in agguato dentro di noi, la prova fondamentale e decisiva che da soli non possiamo superare: lo scontro col “tentatore” (NOTA 2).
Ma strappaci dal maligno Ma liberaci dal male:
Non si tratta di un’ ulteriore domanda rivolta al Padre (infatti non compare nel Padre Nostro di Luca 11,2), ma di una invocazione rafforzativa dell’unica drammatica richiesta di non dover affrontare la terribile prova contro il tentatore pronto a ghermirci (NOTA 3).
NOTA 1: Quando tutta l’assemblea dice il “Padre Nostro” nell’Eucarestia dopo la consacrazione, questo “pane” è quel Cristo Eucaristico che ci unirà assieme nella Comunione.
NOTA 2: Traduciamo letteralmente dal greco: “non farci entrare nella prova”. Il greco per indicare il nostro vocabolo “prova” ha due parole: dokimasìa e peirasmòs. Dokimasìa quando si tratta di una prova su persone o cose per stabilirne l’idoneità a fare qualcosa. Ha quindi valore positivo. Peirasmòs quando si tratta di prova caratterizzata da sofferenza, rischio, pericolo, lotta contro un nemico. Ha quindi valore negativo.
È questo secondo vocabolo che Matteo usa, lo stesso quando in 4,1 dice che Gesù venne condotto nel deserto per essere tentato (peirasthénai) e il tentatore (o peiràzon) avvicinatosi…
Dunque, quando Gesù nel Padre Nostro ci dice di chiedere al Padre di non farci entrare nella “prova” (da notare che è al singolare) non può intendere le prove, le tentazioni di cui è disseminato il nostro cammino. Queste, infatti, possono anche essere prove positive, pedagogiche, che temprano e ci aiutano a crescere nella fedeltà e nella fede.
NOTA 3: L’interpretazione comune “male = mali (malattie, sventure…)” pare un po’ …disinvolta, ma il testo greco (rùsai emàs apò toù poneroù) può aiutarci ad approfondire. Il termine “poneròs” significa cattivo, malvagio; il che può suggerire una traduzione più convincente: non “liberaci da un generico male”, ma “strappaci dal maligno”.