Come ben sapete lo scorso 17 luglio la nostra cara Suor Emanuela ha emesso nel convento del Carmelo di Lourdes la professione perpetua, a circa due mesi da questo lieto evento vogliamo farvi memoria attraverso le parole dell’omelia del vescovo di Lourdes Mons. Jean-Marc Micas tradotte in italiano*:
*Traduzione fatta direttamente da Suor Emanuela
16^ domenica C- 17 luglio 2022
Professione perpetua di suor Maria Emanuela di Gesù Eucaristia (Carmelo di Lourdes)
Omelia del Vescovo, Mons. Jean-Marc Micas
Ascoltando i testi della Parola di Dio che abbiamo appena accolto, potremmo credere che sono stati scelti per la circostanza (Gen 18,1-10a/ Sal 83/ Ef 1,3-10/ Lc 10,38-42). Ebbene, sia il racconto della Genesi che quello del Vangelo sono quelli previsti dalla Chiesa per questa 16^ domenica del Tempo Ordinario.
Abramo riceve tre ospiti misteriosi… si assomigliano tra loro. Si assomigliano a tal punto che Abramo si rivolge a loro come se fossero una sola persona, mescolando il singolare e il plurale… « Mio signore, se ho potuto trovare grazia ai tuoi occhi, non andare oltre senza fermarti presso il tuo servo ; permettete che vada a prendervi un po’ di acqua (…) »[3]. La Tradizione della fede vede in questa visita un incontro inedito tra Abramo e Dio, unico in tre persone. La celebre icona di Roublev immortala in maniera sublime questo incontro. Dio è già Trinità fin dal libro della Genesi. Dio Padre, Figlio e Spirito Santo rende visita ad Abramo e si lascia da lui invitare a soggiornare sotto la tenda, giusto il tempo necessario per assaporare la cortese ospitalità dell’anziana coppia e promettere una fecondità che va oltre ogni previsione umana, oltre ogni speranza : « Sara, tua moglie, avrà un figlio ».
Il Vangelo di questa domenica mette in scena due sorelle ben conosciute e davvero simpatiche; a dire il vero, una più di quell’altra, nell’opinione pubblica: Maria, seduta ai piedi di Gesù, ascolta la sua Parola, mentre Marta è tutta presa dai molteplici servizi. Spontaneamente, o almeno è ciò che avviene nelle parrocchie, quella che « a la côte »[1], come si dice, è sicuramente Marta. E anche se Gesù ci ripete da 2000 anni che Maria ha scelto la parte migliore, non c’è niente da fare : si compatisce Marta in tutte le case (chaumières) del mondo e si dice che Maria esagera e potrebbe ben fare la sua parte di servizio, a maggior ragione perché si tratta di un servizio per offrire ospitalità a Dio, ancora una volta, un’ospitalità che ricorda quella offerta un tempo da Abramo.
Quale parte ha scelto allora sr. Maria Emanuela di Gesù Eucaristia? Forse entrambe, in fondo… Diventa carmelitana per il resto dei suoi giorni. La professione perpetua che celebra in questo giorno la impegna per la vita a vivere, in comunità con le consorelle, la vita di una suora carmelitana. Come Maria, Cristo dice di lei che ha scelto la parte migliore. Ma al Carmelo, a guardarci più da vicino, ci sono delle sfumature, tra consorelle. Le suore addette al Touré[2] possono talvolta assomigliare anche a Marta, perché sono a servizio della comunità delle altre sorelle o al servizio degli ospiti accolti in monastero, o ancora per il servizio concreto della casa. Tanto Maria quanto Marta, questa è la sorte di suor Maria Emanuela, per sempre.
Sorelle mie, avete notato che nel passaggio di oggi del libro della Genesi, Sara è silenziosa ? E’ all’interno della tenda e non parla. Avete notato che, nel Vangelo, anche Maria, che è seduta ai piedi di Cristo, non dice nulla, neppure quando sua sorella strapazza un po’ Gesù ? Trovo sia interessante, questo silenzio, se posso permettermi di parlare così… Ieri, giorno in cui la Chiesa festeggiava la Madonna del Carmine, era anche l’anniversario dell’ultimo incontro tra Santa Bernadette e la Vergine Maria. Gli storici ci dicono che è proprio qui, o nelle vicinanze, il luogo in cui è avvenuto l’incontro. La Grotta era barricata dalla polizia e Bernadette è arrivata dal lato opposto, per non farsi vedere ed essere così seguita. Dal luogo in cui voi dimorate/vivete, care sorelle, o qui vicino, anche Bernadette resta in silenzio, così come Maria. Confesserà più tardi che mai l’aveva vista così bella. Il silenzio di queste donne è eloquente e ci dice tante cose, o in ogni caso dice qualcosa di importante a ciascuno e ciascuna di noi, qualunque sia la nostra vocazione, il nostro stato di vita, la nostra situazione personale.
La miglior parte scelta da Maria si vive nel segreto di un ascolto silenzioso, di un ascolto silenziosamente amoroso. Bernadette lascerà presto Lourdes e il rumore di cui lei stessa è causa suo malgrado. Vivrà una vita nascosta, nel silenzio, nella preghiera, nel servizio, nella sofferenza della malattia, nella distanza coi suoi. Lì approfondirà quel che ha percepito, il giorno in cui ha fatto la Prima Comunione, come primo tra tutti i suoi desideri : vivere per il resto dei suoi giorni cuore a cuore con Cristo, nutrita dal silenzio della sua vita ritirata, come Sara, sotto la tenda. E’ la sua vocazione. E la vocazione di Bernadette, di Maria, di sr. Maria Emanuela e delle sue consorelle carmelitane, dice a noi tutti qualcosa di essenziale : le nostre vite sono fatte per portare frutto e portare frutto in abbondanza. Le nostre vite sono fatte per portare una fecondità che solo Dio può donare. Le nostre vite sono chiamate a dare la vita e a darla in maniera tale che il numero di stelle nel cielo e il numero di granelli di sabbia sul fondo del mare, non è sufficiente a esprimerne la fecondità. Per farci comprendere tutto questo, Dio ama usare paradossi : sceglie un’anziana donna sterile silenziosa sotto la sua tenda, che provava sicuramente vergogna per la sua situazione, sceglie una ragazza povera, sicuramente infelice di non poter più rendersi utile a causa della sua malattia e diventare un fardello per le sue sorelle, sceglie una suora carmelitana a Lourdes, che vive in comunità con altre suore carmelitane…
Le nostre vite sono chiamate a dare la vita, ma la vita vera viene da Dio, che ne è l’autore ; la vita vera si accoglie come un regalo, Dio è il benefattore ; la vita vera prende origine nel silenzio primordiale del mondo, non nel rumore e nella mondanità. Nella sua vocazione specifica, suor Emanuela sarà d’ora in poi, con le sue consorelle, segno di tutto questo. Al seguito di Sara, di Maria, la sorella di Marta e di Lazzaro, al seguito di Teresa, con le sue consorelle, alle quali si unisce per l’eternità.
L’affidiamo all’amore misericordioso del nostro Dio. L’affidiamo all’intercessione della Madre di Dio. L’affidiamo alla preghiera dei nostri fratelli e sorelle maggiori, i santi, che invocheremo tra qualche istante. E rendiamo grazie a Dio perché la sua misericordia si stende di generazione in generazione[3].
Amen!
[1] in italiano non esiste una traduzione corrispondente. Si potrebbe trovare una traduzione migliore ma il dizionario non aiuta in tal caso ; dà «fannullona», adatto forse per Maria ma traducendo a senso potrebbe essere “che ha la nostra simpatia...” ;
[2]la parte esterna del monastero, dove vivono le suore «toriere» (tourières, in francese, il tour è un «girello » di legno che mette in comunicazione l’esterno e la clausura e si usa ancora oggi per far transitare gli oggetti dall’esterno alla clausura e viceversa;
[3]si è usato il corsivo per la traduzione della Genesi, perché in italiano non suona così e quindi non si sarebbe capito il discorso che stava facendo il Vescovo ; e per l’ultima frase, ad effetto, perché è il motto scelto da Mons. Micas quando ha saputo che sarebbe diventato Vescovo di Tarbes e Lourdes (l’ordinazione a Vescovo è avvenuta lo scorso maggio).