In occasione assunzione della presa in carico di Don Paolo Giordani della Cura pastorale anche della Parrocchia limitrofa di San Domenico Savio, che si terrà ufficialmente il 3 dicembre prossimo, Venerdì 6 ottobre si è tenuta una assemblea parrocchiale congiunta delle due parrocchie alla presenza dei due Parroci delle parrocchie, Don Paolo stesso e Don Lorenzo, insieme al vicario diocesano Mons. Giovanni Silvagni. E’ stato in un incontro voluto dal vicario stesso, candeggiato dai due parroci, per far conoscere le realtà delle due parrocchie e per ribadire il concetto di lavorare camminando insieme, nonostante si rimarranno due comunità distinte, per non disporsi in atteggiamento di scontro e di futili campanilismi.
Qui sotto il testo del discorso fatto da Don Paolo all’inizio dell’incontro:
Ciao a tutti! Come prima cosa, vorrei ringraziarvi.. ringraziare don Lorenzo (per il quale non penso che sia facilissimo essere qui, ora), don Giovanni Silvagni, tutti voi parrocchiani delle due Parrocchie di San Vincenzo de’ Paoli e San Domenico Savio. Il “Grazie” è per la vostra presenza, il vostro esserci, e il servizio che rendete alle nostre Comunità, così necessario per edificare la comunione. Stiamo per iniziare una bella avventura insieme, una avventura nuova, che si prospetta impegnativa, che ci chiede attenzione e conversione, ma che si presenta davvero come occasione bella.
Perché ci siamo convocati stasera? Essenzialmente per due motivi:
- Vorremmo che le due Comunità si conoscessero più di quanto già non si conoscano ora. Saranno due Comunità ad avere il medesimo parroco: proprio per questo sono chiamate a conoscersi sempre più fin da ora, anche perché siamo immersi in un gregge bello variegato e numeroso (stando ai numeri dell’Annuario Diocesano, che non so a quando sia realmente aggiornato, i 5848 abitanti di Sds si uniscono agli 8312 di Svp)
- Vorremmo condividere con voi, già da ora, con un po’ di anticipo rispetto ai primi di dicembre, alcune scelte prese insieme con i ministri delle due parrocchie e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Pastorale di San Vincenzo; sono proprio poche cose, su tantissimi aspetti troveremo le idee o le soluzioni più ragionevoli nel corso del cammino, ma intanto si parte, iniziando dalla vita liturgica delle nostre comunità, da cui tutto trae energia e slancio.
Mi permetto, come introduzione, di condividere alcuni punti con voi, sapendo certo di non essere esaustivo, ma solamente mettendo sul piatto alcune cose:
Don Lorenzo, parroco a Sds da 16 anni, sarà trasferito ed è stato chiesto a me di diventare parroco di Sds, mantenendo l’incarico di parroco a Svp e anche l’assistenza ecclesiastica al Gruppo Scout Agesci Bologna 10 (che sappiamo avere sede al Samp, con un secondo branco al Pilastro). Tecnicamente, le due parrocchie di Svp e Sds non sono unite; sarebbe fuorviante parlare di “unificazione”. Sono comunità distinte, si tratta di due enti giuridici autonomi, che avranno il medesimo parroco e legale rappresentante. A scanso di equivoci: attualmente, la gestione economica è e resterà separata; ci saranno due consigli affari economici differenti, che si incontreranno tra loro, si consiglieranno, comunicheranno, ma sono e rimarranno distinti, almeno per ora. Le nostre due comunità, simili nell’origine, ma anche diverse nelle loro specificità e in una porzione di storia recente, pur distinte dovranno camminare in modo non separato. Mi piace usare il termine “comunione”, in cui c’è diversità ma unità di cammino, a partire dal rispetto reciproco. Mi permetto di dire che l’obiettivo nel medio termine sarà quello di una comunità che sempre più diventi “una”.
Penso che sia importante concentrarci sulla realtà e sui dati oggettivi, aiutandoci in questo. Il calo numerico del clero impone certe scelte, sta a noi viverle e trasformarle in opportunità di cammino e comunione. Penso che tutti noi dobbiamo aiutarci a distinguere, nei vari piani di percezione e oggettività, tra l’affetto personale per i presbiteri (è un affetto che non verrà meno), gli avvicendamenti dei parroci (che sempre avvengono; non è un segreto che Zuppi desideri rotazioni ogni 9-10 anni, che, pur in parte dolorose, costringono noi e le nostre comunità a un continuo rinnovamento) e la situazione contingente, che vede più parrocchie sotto la guida di un medesimo parroco. Per le nostre parrocchie non si tratta di un semplice avvicendamento di parroco, è qualcosa di più profondo e di più complesso. Il sottoscritto risiede e risiederà a Svp, ma non sono corrette frasi del tipo “a Sds non verrà più nessuno” oppure “noi rimaniamo senza parroco”, perché non è vero. Chiaramente, come sappiamo, il sottoscritto è diverso da don Lorenzo: sarebbe miope aspettarsi che io faccia tutte le stesse cose e con lo stesso approccio di don Lorenzo; alcune cose sì, altre no; alcune cose si dovranno o potranno mantenere, altre no o con un approccio diverso, che vedrà una diversa presenza del presbitero (sia a Sds sia a Svp) e una responsabilizzazione maggiore delle Comunità, senza che questo diventi “anarchia”, da cui bisogna fuggire e a cui bisogna stare attenti. Insieme ci aiuteremo a crescere nella reale corresponsabilità, che implica un mettersi in gioco, ma anche e soprattutto una nostra maggiore coesione (davvero, sappiate che desidero NON sentire eventuali sterili polemiche da parte di chi si dovesse sentire trascurato o da parte di chi dovesse iniziare o continuare a fare ingiusti confronti tra le Parrocchie; penso che dovremo avere sempre a cuore l’orizzonte della Comunione dentro le Comunità e tra di loro).
Bisognerà aiutare le nostre parrocchie a entrare in questa fase della vita comunitaria che è nuova per tutti, con la pazienza di chi sa di non avere subito le risposte a tutte le domande, ma con la responsabilità di custodire passo passo la comunione, avendo come bussola il Vangelo e la concretezza reale della Comunità, che deve essere tutelata, promossa e custodita. I due estremi da fuggire sono il pensare di poter o dover fare tutto come prima (di fatto creando due comunità “fotocopia”) e il pensare di dover subito unificare tutto, “asfaltando” le specificità e le singole iniziative. Questi sono i due estremi da fuggire, entro i cui confini navigheremo insieme, nella grande elasticità di non poter camminare come si è sempre fatto, senza inutili campanilismi e confronti, pronti anche a fare dei passi indietro o a rinunciare a qualcosa, laddove ciò sarà richiesto dal parroco o dalla oggettiva situazione contingente.
Con questo spirito, con queste premesse, abbiamo fiducia grande nello Spirito e non tanto sulle nostre personali capacità che sempre sono inefficaci e insufficienti. Come sappiamo, a Sds l’Anno Pastorale sarà avviato da don Lorenzo, il Vescovo mi conferirà la cura pastorale alle 18.30 di domenica 3 dicembre, prima di Avvento; ora procediamo nella pace..