Ministri istituiti …chi sono?
Sono il lettore e l’accolito.
Conosciuti già nella Chiesa antica – insieme ad altri compiti oggi non più esistenti – sono stati reintrodotti da Paolo VI nel 1972.
Da allora il lettorato e l’accolitato vengono conferiti non più solo a coloro che si preparano a diventare diaconi e presbiteri, ma anche a fedeli laici adulti, per un servizio stabile nella comunità cristiana.
Qual è stato il cammino fatto dalla Chiesa di Bologna per avviare la presenza dei ministri istituiti?
I primi furono istituiti nel 1976, come espressione di quelle parrocchie in cui era cresciuta dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965) la consapevolezza della responsabilità di ogni battezzato nella missione della Chiesa. Alla fine del 2004 i lettori e accoliti della nostra diocesi erano 447, presenti in 152 parrocchie.
Quale dono rappresentano per la Chiesa?
I ministri istituiti, con la grazia che ricevono nell’istituzione, rendono la Chiesa più bella nella varietà delle collaborazioni e più capace di far vivere e far arrivare a tutti i tesori del Vangelo, dell’Eucaristia e dell’amore fraterno.
Quali caratteristiche deve avere chi si prepara a diventare lettore o accolito?
• Deve essere un uomo adulto,
• che cerca di vivere il Vangelo in famiglia, nel lavoro e in ogni ambito della vita
• e mostra maturità di fede, amore alla Chiesa e disponibilità al servizio.
Quale itinerario formativo deve percorrere?
È richiesta la partecipazione a un Corso specifico della durata di un anno, che si tiene ogni
lunedì sera (20.45-22.20).
Il Corso è imperniato sulle quattro costituzioni del Concilio Vaticano II e si prefigge di preparare
ai compiti specifici di lettore o di accolito, ma anche di far crescere la conoscenza e la pratica
della Liturgia delle Ore, le qualità spirituali dei candidati e un più vivo senso di appartenenza alla diocesi.
Quando e come avviene l’istituzione?
Spetta al parroco fare il discernimento iniziale – prima della partecipazione al Corso – facendosi
interprete della stima della comunità per il candidato.
Al termine del Corso il candidato deve sostenere un colloquio di verifica, in vista di un giudizio definitivo di idoneità all’istituzione formulato dai responsabili della formazione.
Per l’istituzione si richiede un’età di almeno 25 anni e di non oltre 60, da cui può dispensare il Vescovo in casi particolari.
Per gli sposati è indispensabile l’assenso convinto della moglie.
Anche per questa ragione si richiede normalmente ai candidati una esperienza di vita coniugale sufficientemente collaudata.
L’istituzione – compiuta dal Vescovo – avviene in parrocchia, che va debitamente preparata.
I ministri istituiti sono gli unici ministeri laicali presenti nella comunità cristiana?
Lo Spirito Santo distribuisce carismi ossia doni spirituali a tutti i battezzati, ma non tutti danno
vita a un ministero.
Tali divengono quei carismi che si traducono in un servizio ai fratelli riconosciuto nella comunità.
In ogni comunità cristiana esistono tanti ministeri di fatto, esercitati in forma individuale, come coppia di sposi o in forma associata (vedi ad esempio l’Azione Cattolica).
Essi spaziano dal campo della catechesi, a quelli della liturgia, della carità, della collaborazione organizzativa e pastorale (catechisti, educatori, accompagnatori di fidanzati esposi, ministranti, animatori della musica e del canto, operatori caritas, ministeri di consolazione, membri del consiglio pastorale e del consiglio per gli affari economici, responsabili dell’animazione culturale
e della comunicazione..), e lo Spirito ne suscita sempre di nuovi.
Come si distinguono i ministeri istituiti dai servizi e ministeri di fatto?
• I ministeri istituiti hanno un particolare legame con l’annuncio della Parola di Dio e con la vita liturgica della comunità cristiana, specialmente con l’Eucaristia;
• svolgono un servizio non sporadico e occasionale, ma stabile;
• lo esercitano sulla base di un mandato del Vescovo, conferito con un’apposita benedizione all’interno di una celebrazione liturgica (= istituzione).
Quali sono i compiti del lettore?
• proclamare la Parola di Dio nell’assemblea liturgica;
• coordinare i vari compiti nell’ambito della Liturgia della Parola, in particolare curando la formazione degli altri che proclamano le letture;
• adoperarsi per educare nella fede i fanciulli, i giovani e gli adulti;
• collaborare nei vari itinerari di preparazione ai Sacramenti;
• collaborare alle iniziative di annuncio e di diffusione del messaggio evangelico (come i centri
di ascolto nelle case), in particolare alle persone che ancora non lo conoscono.
Il ministero del lettore parte quindi dall’ambito della Liturgia della Parola che ruota attorno all’ambone, da cui la Parola di Dio viene proclamata, per estendersi a tutti i campi dell’evangelizzazione. Si pone così come un segno dell’intimo legame che esiste tra:
• l’ascolto della Parola di Dio e la crescita della fede,
• la coscienza che la Parola di Dio è un dono incomparabile e il bisogno di collaborare a trasmetterla agli altri.
Quali sono i compiti dell’accolito?
• aiutare i presbiteri e i diaconi nello svolgimento delle loro funzioni liturgiche;
• coordinare i vari servizi nell’ambito della Liturgia eucaristica e in particolare quello dei
ministranti, curandone la formazione;
• come ministro straordinario distribuire la S. Comunione ai fedeli, anche infermi nelle case, e curare il culto eucaristico;
• collaborare e animare la vita caritativa della comunità, avendo particolare attenzione ai più
poveri e ai malati.
Il ministero dell’accolito parte quindi dall’ambito della Liturgia eucaristica che ruota attorno all’altare, su cui si celebra il memoriale dell’amore redentivo di Cristo, per estendersi a tutti i
campi della carità.
Si pone così come un segno dell’intimo legame che esiste tra:
• Eucaristia e servizio alle persone, liturgia e offerta della vita,
• amore al Corpo eucaristico di Cristo e amore al suo Corpo mistico, che è la Chiesa, in
particolare nelle sue membra più sofferenti.
Come fare per accogliere in modo adeguato la realtà dei ministri istituiti?
Occorre che vengano considerati nel loro valore proprio:
• come veri animatori di assemblee presiedute dal pastore d’anime;
• promotori della corresponsabilità nella Chiesa e dell’accoglienza di quanti cercano di compiere
un itinerario di fede;
• evangelizzatori sensibili anche alle odierne situazioni di vita;
• non sono quindi da considerare figure di supplenza per il ridursi del numero dei presbiteri;
• né solo come espressione di un’organizzazione più razionale dei servizi ecclesiali;
• né come semplici esecutori delle indicazioni dei presbiteri e dei diaconi;
• tanto meno come attribuzione onorifica o accrescimento di potere.
Quale volto di comunità cristiana fanno crescere?
• Una comunità in cui ogni cristiano si sente chiamato a collaborare responsabilmente alla
crescita e alla missione della Chiesa;
• una comunità ricca di figure di cristiani adulti che operano come giunture di comunione fra chi presiede e i fedeli, fra la celebrazione e la vita;
• una comunità capace di farsi più attenta alle attese e alle aspirazioni degli uomini del nostro tempo e di andare incontro alle persone nelle case, nelle famiglie, nei luoghi di studio e di lavoro, sulle strade del mondo.
Per saperne di più…
Paolo VI, Motu proprio “Ministeria quaedam”(15.8.1972);
CEI, I ministeri nella Chiesa(1973);
CEI, Evangelizzazione e ministeri (1977);
Direttorio per la promozione e la formazione dei diaconi permanenti e dei ministri istituiti (1990)
Vedi
www.bologna.chiesacattolica.it/diaconato
A CURA DEL CENTRO DIOCESANO PER IL DIACONATO PERMANENTE E I MINISTERI ISTITUITI