Sintesi dei Gruppi Sinodali della Nostra Parrocchia per l’anno 2022

Punti di rilievo emersi dalle Sintesi dei Gruppi Sinodali 2022

Sintesi complessiva di Mauro Varotto

Questa sintesi è anche affissa sul muretto interno nella chiesa parrocchiale di fianco al busto di San Vincenzo, consultabile direttamente.

Rileggendo tutte le sintesi, ho riassunti i punti che mi hanno maggiormente colpito.
L’elenco è semplicemente in ordine di lettura e non di importanza.
A mia sensibilità emergono delle parole chiave che ci devono guidare negli atteggiamenti e comportamenti da avere nelle relazioni con le persone, nelle attività che svolgiamo e/o di quelle che ci viene chiesto di mettere in atto.
Questi i due elenchi:

Parole chiave

Ascolto – Dialogo – Linguaggio accessibile a tutti, non solo per iniziati
Non giudicare – non avere pregiudizi
Accoglienza del Presbitero ma di rimando anche dei primi collaboratori, dell’intera comunità nei confronti di chiunque
Accoglienza ambiente amico, sereno – gioia
Fiducia
Attenzione e cura dei poveri, emarginati, sofferenti
Necessità di creare occasioni di incontro sia per formazione (catechisti, genitori del catechismo, popolo) ma anche di intrattenimento per far nascere e/o aumentare il livello di relazione nella comunità

Punti di rilievo

Partire dall’ascolto dell’altro/altra, senza questo non si può attivare l’incontro. È importante essere consapevoli di non possedere la verità in maniera intransigente, riconoscere che l’altro non deve per forza essere convinto delle nostre idee, che le idee dell’altro sono interessanti e non devono essere sminuite.

Mai giudicare, porsi in un atteggiamento giudicante, soprattutto in maniera negativa, e repressiva.

Il dialogo richiede tempo e attenzione, ricevere attenzione nei propri riguardi per momenti di fatica e difficoltà, ha favorito il vivere maggiormente in comunità

anche nell’ambito di riti liturgici e nella messa, è necessario creare quell’ambiente sereno e, soprattutto, gioioso che spesso manca o non si fa percepire.

Fondamentale il dialogo con la Società civile,

All’interno della comunità, nei momenti di preghiera o negli incontri, spesso si parla un linguaggio molto difficile, solo per addetti ai lavori, per “iniziati”. Questo non aiuta ad avvicinare chi è fuori, che fatica a capire, ad entrare.

La Comunità, la Chiesa è la mia casa, se accogliamo le persone che sono fuori diventa casa di tutti. Purtroppo, all’interno della Chiesa ci sono tanti gruppi (per esempi gruppi di preghiera, realtà ecclesiali differenti) che a volte non riescono a trovare un’unità.

La corresponsabilità dei laici nasce se viene data loro fiducia, al contrario catalogare o inquadrare fa crescere disaffezione e crea allontanamento. Quando i rapporti sono “tiepidi” o manca calore e accoglienza, ci si allontana; questo tempo di pandemia ha dato uno strappo forte e ha accentuato le distanze. I giovani soprattutto hanno bisogno di sentirsi “scaldare” i cuori

L’assunzione di responsabilità si promuove anche attraverso una proposta, la proposta dopo una conoscenza reciproca e dalla fiducia; conoscenza con attività di vario tipo

la parola chiave: ACCOGLIENZA, in varie declinazioni, ma essenzialmente è stato fondamentale il sentirsi o non accolti. Un ruolo fondamentale lo ha svolto il presbitero/parroco nel far sentire o no accolti, rivelando come il ruolo del presbitero sia fondamentale, non solo nel passato, ma soprattutto oggi. Anche la parrocchia, intesa come comunità parrocchiale, e nello specifico determinati gruppi e persone, accoglienti e con atteggiamento di condivisione, hanno svolto e svolgono un ruolo fondamentale.

La parola chiave in questa fase è stata NON GIUDICARE, ma, sempre nell’accoglienza, essere disposti ad ascoltare veramente l’altro, non imporre le proprie idee, non pensare di essere superiori e di avere la verità e dispensarla per convertire

la gioia dell’incontro aperto tra persone, ed evidenziando uno degli scopi fondamentali di questa attività sinodale, che non è solo per inviare le sintesi, ma soprattutto incontrarsi tra persone, parlarsi e ascoltarsi con sincerità e semplicità, per essere veramente compagni di viaggio nelle diversità arricchenti di ognuno, come succede in particolare in questo gruppo di preparazione al matrimonio

È difficile sentirsi parte di qualcosa quando c’è poco, è così che ci si sente ai margini. Solo con l’aiuto di un sacerdote ho potuto rientrarci più attivamente.

Il ruolo del catechista mi permette di sentirmi parte della Chiesa, anche se non tanto della parrocchia.

È stata l’accoglienza di tutti all’Estate Ragazzi mi ha poi riavvicinato. È stato attraverso lo sprono del sacerdote che mi ha fatto sentire voluta bene e accolta a libera di poter fare quello che volevo.

L’essere rimasta da sola anche quando avevo voglia di fare comunità è stato brutto. Questo desiderio nascosto ha potuto trovare concretezza solo quando mi è stata fatta una proposta che permettesse al mio desiderio di concretizzarsi

È compito di un sacerdote tenere unito il gruppo, i vari gruppi e insieme tutta la comunità

C’è un desiderio di prendersi delle responsabilità ma mancano dei passaggi, delle sollecitazioni, l’aiuto che dia l’opportunità di prendersele.

Se sentiamo la gioia la trasmettiamo agli altri e gli altri ne sono attratti

Nell’ascolto ci si sente condizionati dai propri pregiudizi. Ritengo che la società ci abbia messo in queste condizioni. Se ascolto una persona che ha un comportamento diverso dal mio, inevitabilmente ho dei pregiudizi nei suoi confronti, mi rendo conto che è un mio problema. I bambini invece, per loro natura, non hanno pregiudizi. Dobbiamo ascoltarli di più e prendere esempio da loro, vedere con i loro occhi, perché hanno una visione più aperta.

La Chiesa dovrebbe sempre avere presente e tenere cura della condizione dei poveri, degli emarginati, dei sofferenti

Provengo da un altro paese dove appartenevo ad un gruppo di preghiera dello Spirito Santo (Rinnovamento dello Spirito ?), da due anni sono in Italia ma il mio rapporto con la Chiesa è diventato “freddo”. Non riesco a vivere quello che celebro e prego. È solo tradizione e non “vissuto”. Mi chiedo: credo? Ho partecipato più per dovere, poi quando esco dalla chiesa non mi rimane nulla anche a causa di una vita sempre più frenetica

La comunità è sentita come famiglia, talvolta non si riesce a viverla, ad avere un rapporto di partecipazione, ma si ha la consapevolezza che c’è ed è lì. Sappiamo che “entrandoci” è un supporto.

I nostri figli, i bambini in genere, fanno fatica a venire soprattutto alla Messa, fortunatamente l’ambiente è “amico”: fanno comunella tra piccoli amici e l’assemblea è paziente

Fare “vita” in parrocchia mi è servito, vorrei che anche i miei figli crescendo vivano l’esperienza di fare vita di parrocchia.

Si esprime desiderio di trovarsi più spesso tra genitori, un maggior coinvolgimento per aumentare la reciproca conoscenza e scambiarsi opinioni ed esperienze. Esempio: si fa fatica a sentirsi parte del cammino di fede dei figli. Non so come lo vivono, cosa facciano al catechismo. Consapevolezza del dover aumentare l’interesse ed informarsi personalmente ma piace anche che si sentano liberi. Talvolta vengono poste domande dai figli, legate a Dio e alla fede, alle quali si fatica a rispondere: dov’è DIO? L’hai mai visto? Non ci si sente adeguatamente pronti come genitori e preparati ad affrontare certi temi, si delega ai catechisti

È fondamentale dedicare tempo, avere occasioni di relazione e creare opportunità di condivisione profonda per un ascolto efficace delle persone.

L’ascolto attraverso la condivisione è importante per riuscire ad instaurare con le persone un rapporto di fiducia reciproca e di confidenza, affinché le problematiche più nascoste possano venire fuori. Ascoltando, infatti, spesso si arriva a riconoscere richieste d’aiuto nascoste, non espresse. L’ascolto, inoltre, può portare a esplicitare problemi prima che questi emergano in maniera drammatica (un esempio molto attuale è la guerra: un ascolto positivo e sincero avrebbe potuto evitarla?). È importante nell’ascolto non dare giudizi. Spesso invece la società tende ad ascoltare solo le categorie che fanno comodo.

L’ascolto di altre persone, specie delle più bisognose, sia molto arricchente per chi lo riceve, aiuti a interpretare i comportamenti delle persone, a cercarne una motivazione, e aiuti anche a comprendere le proprie difficoltà e fragilità

Compito di ogni cristiano è portare speranza a chi, specie in questo periodo difficile, è isolato e pieno di paura, anche se spesso ci si sente impotenti nel riuscire a dare risposte concrete ai grandi bisogni di cui si viene a conoscenza ascoltando

Dobbiamo porci in ascolto più che sentire; ascolto di Dio misericordioso che perdona ed accoglie